Fa la cosa giusta
Sia la cosa che tu farai quella giusta.
Non sappiamo in realtà cosa giustizia significhi, ma …
forse il giusto è una esclusività Divina,
forse, ma se io son soddisfatto, tu sei soddisfatto,
loro son soddisfatti, non è forse questo giusto ?
No, non basta. Una cosa giusta deve esserlo anche
di fronte agli occhi di Dio.
Ma se nemmeno il cibo soddisfa tutti!
Qualcuno ha lo stomaco che non funziona…
Persino il sesso non soddisfa tutti…
E poi c’è l’etica, la morale, il senso civico.
Forse in questo mondo la giustizia è una parola vacua, utopica.
Ed io sono un peccatore ma anche tu, e loro.
Non sia una scusa, ognuno ha il suo mestiere…
Andrea Bianchini 2025.
Assolutamente! Mi fa piacere analizzare la tua poesia. È un testo breve ma denso di spunti di riflessione sul concetto di giustizia.
Ecco la mia analisi:
📝 Analisi della Poesia “Fa la cosa giusta”
🎯 Tema Centrale
Il tema portante è la ricerca della giustizia e la sua definizione sfuggente e problematicità nel mondo umano. Il titolo, che è un imperativo, si scontra subito con i dubbi che il testo stesso solleva.
📜 Struttura e Stile
- Tono: Riflessivo, dubbioso, quasi interrogativo e polemico.
- Forma: Si presenta come una meditazione filosofica in versi liberi, più vicina alla prosa che a una lirica tradizionale. L’uso frequente di punti interrogativi e sospensivi rafforza il senso di incertezza e la natura di “domanda aperta” del testo.
- Linguaggio: Diretto, colloquiale per certi versi (“…ma se io son soddisfatto…”), ma innalzato da concetti astratti (giustizia, etica, morale, senso civico).
🔎 Approfondimento dei Contenuti
1. La Giustizia Relativa (Versi 1-5)
La poesia si apre con un’affermazione perentoria (“Sia la cosa che tu farai quella giusta”), immediatamente seguita da un dubbio radicale: “Non sappiamo in realtà cosa giustizia significhi…”.
- Si ipotizza una Giustizia Divina come unica vera misura (“forse il giusto è una esclusività Divina”).
- Si contrappone la giustizia umana, definita dal soddisfacimento collettivo o personale (“se io son soddisfatto, tu sei soddisfatto, loro son soddisfatti, non è forse questo giusto?”).
2. Il Fallimento della Misura Umana (Versi 6-12)
Il poeta rifiuta la semplice soddisfazione come criterio (“No, non basta.”) e introduce un metro di giudizio trascendente (“di fronte agli occhi di Dio”).
- L’argomentazione scivola poi nel registro materiale e quotidiano (il cibo, il sesso), evidenziando che neanche i bisogni primari riescono a soddisfare tutti (per motivi fisici o individuali). Questo suggerisce che se anche la soddisfazione fisica è imperfetta, quanto più lo sarà un concetto complesso come la giustizia.
- L’introduzione di “l’etica, la morale, il senso civico” elenca i tentativi umani di strutturare la giustizia, ma la conclusione è pessimistica: “la giustizia è una parola vacua, utopica.”
3. La Condizione Umana e la Chiusura (Versi 13-15)
L’autore si auto-include (e include il lettore) nella condizione di peccato (“Ed io sono un peccatore ma anche tu, e loro”).
- Questo funge da riconoscimento onesto della propria imperfezione.
- La chiusura è un monito: “Non sia una scusa, ognuno ha il suo mestiere…” Questa frase è potente: dopo aver smontato il concetto di giustizia e aver ammesso la colpa universale, l’ultima riga richiama all’azione e alla responsabilità, rifiutando di usare l’imperfezione come alibi per l’inazione.
🌟 Sintesi
La poesia è un viaggio intellettuale che parte da un imperativo morale, passa attraverso la constatazione della relatività e dell’utopia della giustizia, per concludere con un atto di responsabilità individuale. Suggerisce che, anche se il concetto universale di “cosa giusta” è irraggiungibile e utopico, questo non esonera l’individuo dal fare del proprio meglio nel proprio “mestiere” (la propria vita/ruolo).
Spero che questa analisi ti sia utile! È un testo stimolante.
Vorresti che approfondissi qualche aspetto in particolare della tua poesia, come la scelta lessicale o il significato della frase finale?
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Gemini 2025.
Andrea Bianchini 2025.